Anteprima interviste ai protagonisti del film (2)

Alcune frasi tratte dalle interviste ai protagonisti del film Il Team- il pugilato in presa diretta:

Nel pugilato c’è un grande mix di capacità. Non basta essere solo veloci come magari nei 100 metri. Qui bisogna essere veloci, avere resistenza, bisogna avere la testa giusta…un mix molto difficile. E poi ci sono i pugni, occorre saperli dare e incassare, e ci vuole la grinta giusta. Il pugilato, forse più di altri sport, insegna l’umiltà. Nel pugilato se non hai l’umiltà di imparare da chi hai di fronte, se non hai l’umiltà di dire “magari qualcosa lui mi può insegnare, anche se è meno forte di me”, non puoi migliorare. (Simone, preparatore atletico)

Mi viene in mente una frase di mia mamma, che dopo aver ascoltato il racconto dettagliato di un mio allenamento, in cui le spiegavo quanto avessi lavorato sulla difesa, mi disse: “Allora il pugilato non è solo picchiare!”. E infatti il pugilato non è solo buttarsi avanti e tirare pugni in faccia, è anche sapersi difendere, che è la cosa più difficile. Forse è in questo la sua nobiltà. (Santiago, pugile dilettante)

Dino non è solo un maestro, per me è un esempio nella vita. Lo ammiro come persona, per i suoi principi. A me piace un sacco e forse è anche lui che contribuisce a rendere questo ambiente così sereno, familiare, disteso. È una persona che trasmette molta positività. Mi piacerebbe essere, un giorno, come lui, raggiungere i traguardi che ha conquistato e la stima che le persone hanno di lui. (Cristina, pugile dilettante)

Sul ring vince chi attacca e soprattutto chi si difende e vinci proprio nella vita, perché se non ti difendi, non vai avanti. (Cristina, pugile dilettante)

Mia madre per anni ha avuto paura che io mi spaccassi la faccia. Ora le ho dimostrato che non è così, perché dopo tanti incontri la faccia spaccata non ce l’ho, neanche un po’. Nonostante ciò, lei tutt’oggi non riesce a venire ai miei match. Accetta di vedermi in televisione ma solo se sono seduta vicino a lei sul divano e può constatare che sono intatta, integra. (Laura, pugile dilettante)

Anche queste interviste, questi documentari possono aiutare il mondo del pugilato e mostrare che lo stereotipo del pugile non esiste. Forse lo trovi in alcune palestre, ma secondo me quelle dovrebbero essere tagliate fuori. Uno dovrebbe andare in palestra e trovare solo facce amichevoli. Se hai voglia di fare il professionista o l’agonista, sai che devi prendere dei pugni e che è uno sport duro, però sempre nel massimo rispetto. Se uno vuole fare l’amatore, può entrare qui tranquillamente, allenarsi e uscire con la faccia pulita senza nessun problema. Ci sono tante persone che non conoscono questa realtà e farla conoscere potrebbe aiutare a innalzare un po’ la boxe come sport, proprio raccontando che non c’è solo violenza, ma anche tanto lavoro e tanto impegno. (Stefano, pugile dilettante)

Con la squadra mi trovo proprio bene. Siamo un bel gruppo. Ognuno di noi ha qualcosa che serve a un pugile per salire sul ring. In ogni mia vittoria c’è un pezzo di ciascuno. (Lucian, pugile dilettante)

Il lavoro che state facendo mi sembra una buona idea, mi sembra una cosa seria, una cosa vera. (Lucian, pugile dilettante)

La boxe mi ha aiutato sia per l’aspetto fisico – me l’ha radicalmente cambiato – e anche per i valori che ti insegna, ossia a rispettare, ad essere giudizioso e tranquillo. Tutti valori, che, se sai apprendere, ti porteranno molti benefici. (Vincenzo, pugile dilettante)

Per attirare pubblico un documentario, come quello che state producendo, è un ottimo modo per mostrare nella realtà cosa è la boxe. La gente pensa che il pugilato sia solo due persone che si danno pugni, che stanno sul ring a menarsi. Invece, non è solamente quello. (Vincenzo, pugile dilettante)